Innova Salute

7 Maggio 2018
in Innovazione Sociale
“Ormai è chiaro a tutti che il digitale è l’ecosistema in cui il settore della sanità si troverà a operare nel brevissimo futuro. Tutti gli operatori della filiera devono rendersene conto e smettere di pensare all’innovazione tecnologica come a un semplice tassello delle politiche per la salute. La sfida è sfruttare la disruptive innovation per crescere e creare benessere equo e sostenibile per tutti.”
Queste le parole di Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA. Co – promotore dell’evento S@lute 2017 tenutosi a Roma il 20 e 21 settembre. E il digitale è a tutti gli effetti il fil rouge, l’elemento connettore che ha tenuto insieme i diversi interventi che si sono succeduti nel corso della densissima due giorni svoltasi presso il centro congressi Roma Eventi – Fontana di Trevi il 20 e 21 settembre scorsi. Digitale come cornice e come leva per l’implementazione di innovazioni di processo e di prodotto che possano assicurare risparmi di spesa al comparto sanitario senza sacrificare la qualità della prestazioni, anzi possibilmente assicurando un surplus di efficienza ed efficacia.
Un evento che oltre a riunire i tanti player che a diverso titolo operano nel cluster sanità, PA, Aziende private, organizzazioni del Terzo Settore, creando così un momento di dialogo interessante e non banale, ha messo sul tappeto alcune delle sfide che la Sanità del presente, e del futuro, è chiamata ad affrontare: dal tema della sicurezza dei dati sanitari di fronte a cyber attacchi a quello della sanità a km 0, fino al tema del coinvolgimento dei cittadini nella co-progettazione di servizi e l’empowerment delle organizzazioni. Un evento che conferma la professionalità e la vitalità dell’ecosistema sanitario italiano, ma che al tempo stesso attesta la necessità di costruire momenti e format di dialogo e condivisione tra i tanti attori della sanità italiana perchè se è vero, come sostiene ancora Carlo Mochi Sismondi, che “l’innovazione c’è ma è spesso nascosta”, è altrettanto vero che per sostenerla e promuoverla occorre ragionare in una logica realmente multi stakeholder valorizzando tutti i player che insistono sulla catena del valore sanitaria.
Un’esigenza che va non solo riconosciuta ma sussunta e “àgita” fin dalla fase di design dei servizi sanitari e che fa potenzialmente parte del DNA di Capodarco: cooperare vuol dire infatti qualcosa di più di collaborare, vuol dire condividere mezzi e fini. Detto in altri termini: collaborare significa lavorare insieme, cooperare significa operare insieme.
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