La cooperazione alla sfida delle piattaforme

La cooperazione alla sfida delle piattaforme

Cooperare, includere e innovare. Questo il titolo dell’incontro tenutosi a Milano e organizzato dall’associazione InnovareXIncludere dedicato alle pratiche e alle esperienze del platform cooperativism. Un incontro che ha raccolto il gotha delle intelligenze italiane sul tema, riunite a riflettere e discutere su come matchare la storia e la prassi del movimento cooperativo con i modelli delle piattaforme digitali.
Lo scenario è quello appunto della sharing economy, il suo impatto sui mercati tradizionali e la trasformazione indotta dalla digital disruption. In questo contesto come si colloca il movimento cooperativo? Come si coniugano i principi di governance democratica e tutela dei lavoratori con i processi di precarizzazione e centralizzazione propri delle attuali piattaforme? Detto in altri termini: è possibile immaginare e progettare delle piattaforme inclusive e non meramente estrattive? E se sì quale lezione si può trarre dalla pluricentenaria storia del movimento cooperativo?

Queste e altre domande sono state oggetto di riflessioni da parte di un panel che racchiudeva membri di cooperative, docenti universitari e giornalisti (da segnalare la presenza di Luca De Biase, scrittore, giornalista, e Trebor Scholtz, uno degli attivisti di maggior spicco del platform cooperativism nonché organizzatore della conferenza internazionale sul tema che si terrà a New York il prossimo novembre).

Nessuna risposta realmente esaustiva è emersa nella discussione se non la consapevolezza che il movimento delle “piattaforme cooperative” è ai primi passi e necessita come tale di robuste “iniezioni” di pratiche a cui riferirsi, e approcci teorici realmente condivisi (che tengano altresì conto dell’inevitabile eterogeneità del mondo cooperativo).

Una sfida che interroga in prima persona Capodarco per il ruolo svolto negli ultimi 20 di strumento di connessione, cinghia di trasmissione potremmo quasi dire, tra l’erogazione dei servizi sanitari e la loro effettiva fruizione. Una classica funzione di intermediazione che rischia di vedersi spiazzata dal ruolo delle piattaforme, a meno di non abbracciare (convintamente) l’innovazione, ripensando la cooperativa e il suo stesso modello di business. Un percorso inevitabilmente lungo che passa da una riqualificazione delle risorse umane a un nuovo approccio strategico, ma i cui primi passi sono stati mossi con il progetto Next Capodarco, laddove il Next indica proprio la necessità di ripensare il modo di stare insieme come cooperativa, la sua mission sul territorio e la sua funzione. Un viaggio che partendo da un processo di coinvolgimento dei lavoratori e soci è chiamato a delineare la transizione dal ruolo di erogatore a quello di abilitatore di intelligenze, competenze e passioni. E scusate se è poco.