Molly Watt, la tecnologia per combattere l’handicap
7 Maggio 2018
in Innovazione Sociale
Molly Watt è una ragazza inglese di 22 anni affetta dalla Sindrome di Usher, una sindrome degenerativa piuttosto seria caratterizzata da un grave deficit uditivo, e dalla retinite pigmentosa, una condizione che compromette progressivamente la vista. “La mia vista è come guardare attraverso una pagliuzza” dice Molly che ormai ha una capacità visiva molto scarsa e caratterizzata da frequenti lampi.
La vita di Molly, fin dalla prima infanzia, è stata molto difficile per via della comunicazione molto problematica con le altre persone, che per parlare con lei devono starle vicino, guardarla in faccia e leggerle le labbra. Ovviamente la sua condizione comporta anche delle difficoltà nel linguaggio, perché, avendo un deficit uditivo dalla nascita, non ha mai potuto udire bene quello che le dicevano le altre persone. Salvo una breve esperienza negativa in una scuola per sordi, Molly ha sempre frequentato la scuola assieme a ragazzi senza disabilità, ma durante tutta la sua infanzia ed adolescenza la sua vita sociale è stata molto limitata e il tempo trascorso in casa parecchio. Data la sua capacità visiva limitata, quando esce con gli amici per socializzare deve appoggiarsi a qualcuno, e ciò limita le sue possibilità di socializzazione perché può uscire soltanto con alcune persone fidate.
Ma Molly non si è data per vinta, recentemente con la sua famiglia è andata alla ricerca di soluzioni tecnologicamente sofisticate e ha scoperto sia delle cuffie che le consentono di ascoltare i suoni circostanti al volume che vuole, sia un “Apple Watch” con varie caratteristiche per renderle la vita più semplice. Soprattutto, le consente di consultare in modo molto preciso delle mappe stradali tramite il senso del tatto, e di andare in giro da sola molto meglio che con l’aiuto del cane guida. Inoltre, ogni volta che le arriva un messaggio di testo oppure una chiamata, questo orologio le invia dei segnali al polso, rendendo più immediate le comunicazioni con altri dispositivi. Quando c’è l’intelligenza e la forza di volontà, al giorno d’oggi, la tecnologia può sopperire anche ad handicap gravi come quello di Molly.
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