ISTAT: povertà e disoccupazione ancora molto diffusi al sud

Noi Italia 2018: ecco i risultati
Dallo studio dell’ ISTAT Noi Italia 2018, presentato il 27 aprile e che analizza molteplici aspetti economico-sociali del nostro paese fotografati nel corso dell’anno 2016, emerge un paese dove il tasso di occupazione complessivo è aumentato, ma con milioni di persone che si trovano ancora in condizione di forte disagio, soprattutto a causa della povertà e della disoccupazione.
Una penisola, due Italie
Lo squilibrio tra Nord e Sud si rivela rilevante. Al Centro-Nord la percentuale di individui tra i 20 e i 64 anni con un’occupazione è del 70,2% e al Sud è appena del 47.7%. Indubbiamente, una porzione di territorio nella quale meno della metà delle persone lavorano, è una porzione di territorio che ha problemi. L’indice relativo alle famiglie in condizione di grave deprivazione, ovvero persone che non si possono permettere una buona parte di agiatezze come una settimana di ferie, una lavatrice, una televisione a colori, un’automobile, ecc. , è molto più elevato rispetto a quello del Centro Nord: 21,2% contro 7,3%. Quest’indice raggiunge il suo picco in Sicilia e in Campania, con percentuali intorno al 25%, seguite dal 19% della Puglia. Anche per quanto riguarda l’ indice di povertà relativa al Sud la situazione è peggiore rispetto al Centro-Nord; tale indice è dato dalla percentuale di nuclei familiari che hanno un reddito complessivo inferiore a quello della media dei nuclei familiari con un numero di elementi doppio. La differenza tra il 33% della Calabria e il 21% della Sicilia e l’ 8% dell’ Emilia Romagna e il 5% della Toscana.
Affiora il lavoro sommerso
Un altro dato rilevante è quello relativo al lavoro sommerso, che riguarda ben 558.000 migranti che, impossibilitati da leggi assurde a trovare un lavoro regolare, non hanno altra scelta che quella di trovarne uno senza garanzie, spesso mal pagato e che implica grosse fatiche e pericoli. Il dato complessivo relativo al lavoro non regolare ammonta al 13,5% a livello nazionale, al 19,3% nel Mezzogiorno, al 23,2% in Calabria. Infine, segnaliamo il dato sull’occupazione degli uomini e delle donne: 72,3% contro 52,5%: il divario tra i due sessi in Italia è marcatamente meno accentuato rispetto alla media globale: si stima che nel mondo lavorino il 49% delle donne e il 76% degli uomini.
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