Immigrazione, i dati autentici

Da qualche mese è stato presentato il Dossier Statistico Immigrazione 2018, che raccoglie una serie di informazioni utili per analizzare e far capire meglio il fenomeno migratorio verso l’Italia.
Come i precedenti, il rapporto è stato elaborato dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con Confronti, con l’ UNAR/Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il sostegno dei fondi Otto per Mille dell’ Unione delle chiese metodiste e valdesi.
Il Dossier statistico presenta un’analisi completa dell’ immigrazione nel nostro Paese, con tutti i dati sul contesto internazionale, sui flussi migratori, sulla presenza delle diverse categorie e sui diversi livelli di inserimento sociale e lavorativo.

I numeri sono stabili

Dal rapporto viene evidenziato come non ci sia nessuna invasione di migranti, il numero degli stranieri che vivono in Italia è relativamente limitato e stabile. Infatti alla fine del 2017 i residenti in Italia sono 5.144.000, con una crescita dell’1,9% rispetto all’anno precedente ed un’incidenza dell’8,5% sulla popolazione totale.
Sono numeri assai inferiori alla Germania (9,2 milioni con il 11,2%), al Regno Unito (6,1 milioni con il 9,2%), simili alla Francia (4,6 milioni) e alla Spagna (4,4). E in altri Paesi dell’Unione europea la percentuale degli stranieri è molto più alta (Austria 15,2%, Belgio 11,9% e Irlanda 11,8%).

Gli immigrati in Italia provengono da diverse aree del mondo: per la metà vengono da Paesi europei (2,6 milioni), per circa un milione dall’Africa e dall’Asia, 370 mila da Stati Uniti ed America Latina.
Le principali comunità presenti sono quelle dei romeni (un milione e 190 mila), degli albanesi (440 mila), dei marocchini (417 mila), cinesi (291 mila) e ucraini (237 mila), con numeri inferiori Filippine, India, Bangladesh, Moldavia ed Egitto.

Permessi e lavoro

Tra tutti questi circa due terzi (2.390.000) hanno un permesso di soggiorno di durata illimitata e sono di fatto stabili nel territorio. I restanti 1.325.000 hanno un permesso a termine, per famiglia o per lavoro.
Sono 239.000 quelli che beneficiano di permesso di asilo o di protezione internazionale o umanitaria, 354mila sono invece i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale o umanitaria, molti dei quali inseriti nei Centri straordinari (Cas) o Sprar, Nei primi 9 mesi del 2018 l’Italia ha accolto circa 21.000 migranti, un numero in calo del 90% rispetto allo stesso periodo del 2017.

Tra tutti gli stranieri circa la metà sono regolarmente occupati (2.423.000) e costituiscono il 10,5% degli occupati in Italia. La maggioranza di questi svolge professioni poco qualificate nel settore dei servizi, nell’industria e nell’agricoltura. Poi lavorano come collaboratori domestici e familiari, come venditori ambulanti, come personale negli alberghi e ristoranti, come manovali edili.
Dai dati ufficiali risultano condizioni di lavoro sottopagato rispetto agli italiani e di sfruttamento, in ogni caso il Dossier non è in gradi di fornire cifre riguardo gli impieghi in nero.

Lo stato dell’integrazione

Per quanto riguarda la scuola, sono 826.000 gli stranieri iscritti nel 2016/2017, circa un decimo della popolazione scolastica complessiva, perlopiù appartenenti alle principali comunità presenti. Ma sono sempre di più gli alunni stranieri che sono nati in Italia e che si integrano di fatto nella società italiana.
Nel 2017 147.000 persone straniere hanno acquisito la cittadinanza italiana, mentre gli italiani sono diminuiti di 203.000 unità e oltre 114.000 italiani si sono trasferiti all’estero.

Del Dossier Statistico Immigrazione si è parlato nel corso del convegno Migranti Il Nuovo Orizzonte Viaggio fra Speranze e Paure, che si è tenuto presso il Dipartimento di Scienze della Formazione Università degli Studi Roma Tre, organizzato dalla Prof.ssa di Sociologia Generale Milena Gammaitoni e in collaborazione con gli studenti.
Nel dibattito di due giorni si è affrontato il tema delle migrazioni e delle sue cause ed implicazioni nella società attuale, grazie all’apporto di relatori qualificati (Marina D’Amato, Luca di Sciullo, Elena Zizioli, Francesco Pompeo, Matteo Villanova, Patrizia Bonardi, Mario Pesce, Katiuscia Carnà, Lavinia Bianchi, Lisa Stillo)

Ha parlato come ospite lo scrittore Erri De Luca, che ha spiegato come la condizione dell’Africa sia ancora quella della spartizione europea e che le migrazioni siano una prosecuzione del colonialismo, con il traffico di persone a basso costo.
Alla fine si è sottolineato come le condizioni di paura ed isolamento siano causa di mancata integrazione, quando bisognerebbe investire sulla relazione e sull’incontro con l’altro. Per questo, vista anche la mancanza di una politica istituzionale dell’accoglienza, bisogna affidarsi alle buone prassi seguite dalle associazioni e dalle cooperative sul territorio per trovare insieme le soluzioni.