Normodotati e disabili gareggiano insieme

Normodotati e disabili gareggiano insieme

Gareggiare ad armi pari con i normodotati: in quali contesti è possibile per una persona diversamente abile? Per una persona con un qualsiasi tipo di svantaggio fisico, il continuo confronto con le altre persone può essere fonte di stress e di frustrazione. Vedere gli altri camminare più veloce, vestirsi ed andare al bagno più in fretta, comunicare – per chi ha difficoltà uditive oppure di parola – con più facilità, prendersi cura di un bambino con maggior perizia, può generare senza dubbio sentimenti di impotenza e di sfiducia. Lottare per cercare di colmare questo divario, e anche fare uso delle tecnologie più moderne, è senz’altro la cosa giusta da fare: qualche senso di inferiorità, però, ci sarà sempre. E allora, perché non prendersi qualche pausa dalla propria disabilità, dedicandosi ad attività dove il confronto con i normodotati può volgere anche a proprio vantaggio?

Di attività simili, chiaramente, ce ne sono a migliaia; ma è chiaro che quelle più stimolanti sono quelle che implicano la competizione e l’attività fisica, ovvero le attività sportive. Attività che implicano la competizione senza attività fisica, è facile trovarne, Personalmente pratico gli scacchi a livello agonistico da 26 anni, e sono Candidato Maestro: indubbiamente il fatto di trascorrere ore alla scacchiera, uno scenario dove posso competere alla pari con avversari normodotati, mi fa bene dal punto di vista psicologico. Lo stesso può valere per tantissimi altri giochi da tavolo oppure per PC. Però non si tratta di attività sportive: a dire il vero gli scacchi sono uno sport riconosciuto dal CONI, ma di sportivo ha ben poco, soprattutto nella sua versione a cadenza classica, dove i giocatori effettuano una mossa ogni 1 – 2 minuti e per il resto del tempo stanno fermi.

La maggior parte degli sport

Restringiamo adesso la nostra attenzione alle attività sportive. Nella maggior parte degli sport e dei casi, una persona disabile non può chiaramente sostenere la competizione con una persona normodotati. Come è noto ci sono le competizioni riservate ai disabili, e da un certo punto di vista ingaggiare delle battaglie sportive con un’altra persona svantaggiata, quando la propria condizione fisica non consente di reggere il ritmo dei normodotati, è la cosa migliore anche dal punto di vista psicologico. Però ci sono dei casi nei quali la competizione sportiva tra disabili e normodotati è possibile, e in questo caso il beneficio psicologico può essere grande.

Il tennistavolo

è uno sport che prevede competizioni per disabili – e in Italia ce ne sono tante – ma dove soggetti con disabilità lievi possono prendere parte a competizioni di normodotati. Il caso più eclatante è quello di Lorenzo Cordua, il quale non solo ha vinto innumerevoli medaglie nelle competizioni internazionali paralimpiche, ma gioca addirittura nella serie A1 assoluta, insieme ai normodotati, con il CUS Torino. La disabilità di Lorenzo consiste praticamente in un braccio monco con il quale però riesce a lanciare la tua pallina che poi batte impugnando la racchetta con il braccio buono.

Anche nel nuoto

talvolta disabili e normodotati gareggiano nelle stesse competizioni. Giorgia Coruzzi,11enne disabile di Collecchio,  ha gareggiato con i normodotati nei 100 stile libero e si è pure aggiudicata la medaglia di bronzo. Per quanto riguarda il basket, ovviamente i disabili non possono competere con i normodotati; vi è la specialità paralimpica del basket in carrozzina, riservata ai soli disabili, ma ultimamente si sta facendo strada un nuovo tipo di gioco, con regole che permettono la coesistenza e la cooperazione tra disabili e normodotati. Tale specialità si chiama baskin; essa vede affrontarsi due squadre entrambe composte sia da disabili che da normodotati. I giocatori con gravi disabilità possono tirare, naturalmente dopo che i compagni hanno passato loro la palla, in un canestro ad hoc, e i loro canestri valgono esattamente quanto quelll dei compagni normodotati. Più la disabilità è grande, più i tiri vengono facilitati: quando tirano i giocatori con disabilità grave il gioco si ferma. Indubbiamente, un bell’esempio di integrazione.

 

Giulio Simeone